Il kimono d'oro






Tanto tempo fa, in una piccola isola giapponese, esisteva il regno di Yukutaka. Gli abitanti erano per la maggior parte contadini e pescatori che vivevano del loro lavoro e amavano il loro buon re e la principessa Midori.
Purtroppo, la tranquillità del piccolo regno era da qualche tempo minacciata da un terribile oppressore che, con il suo esercito, compiva saccheggi ai danni della popolazione.
Il suo scopo era quello di impadronirsi anche di quel regno come già aveva fatto con altre isole nei dintorni; capì, però, che per poterlo fare, doveva in qualche modo ricattare il re. Pensò che l'unico sistema fosse quello di rapire la principessa Midori.
Un giorno, con alcuni suoi soldati si recò al castello e, dopo essere riuscito ad immobilizzare le ancelle che erano di guardia alla principessa, la riuscì a catturare.
Il re, adirato e preoccupato per la sorte della sua adorata figlia, chiamò a raccolta i suoi consiglieri per decidere in che modo poteva liberare Midori senza cedere al ricatto.
Venne affisso un bando nel quale il re si impegnava a cedere la mano di Midori a colui che l'avrebbe riportata a casa.
Purtroppo, nessuno sapeva dove il tiranno teneva nascosta la principessa, e quindi, per chiunque avesse voluto liberarla, si trattava di compiere un viaggio lungo sia per mare che per terra.
Molti giovani del paese partirono, molti di essi senza una meta precisa, con la speranza di ritrovare la principessa.
Anche il giovane Toshio avrebbe voluto compiere questo viaggio, ma aveva a disposizione solo una piccola imbarcazione da pescatore, questa infatti era la sua attività. Sin da piccolo, infatti, aveva cominciato ad aiutare il padre, anche lui pescatore.
Fu proprio il vecchio padre ad insistere perché tentasse la sorte. Gli narrò che quando lui era giovane, c'era una vecchia leggenda che raccontava di guerrieri diventati invincibili, grazie ad un Kimono d'oro, che però da migliaia di anni nessuno ha mai saputo ritrovare.
Così Toshio, pieno di curiosità, partì dalla sua isola con la segreta speranza di tornare vincitore.
Il mare era calmo, per Toshio non ci furono molti problemi, ma presto il cielo cominciò a riempirsi di nuvole, la pioggia cadeva sempre più violentemente, e poco dopo la piccola barca divenne incontrollabile.
Toshio si ritrovò in balia delle onde e perse i sensi. Al suo risveglio si ritrovò sulla spiaggia di un'isola. Toshio si alzò e si incamminò verso l'interno. Pioveva ancora molto forte, e per ripararsi entrò in una grotta. Era buio pesto e verso il fondo si intravedeva una strana luce, e incuriosito si avvicinò per vedere di che cosa si trattasse. Il fascio di luce proveniva da un bellissimo Kimono con la cintura tutta d'oro. Toshio si ricordò del racconto che gli aveva narrato suo padre e capì che si trattava del famoso Kimono prodigioso. Con un po' di timore si avvicinò, lo prese, e poi lo indossò. Si sentì subito trasformato, il Kimono gli diede subito energia. Uscì dalla grotta e si avventurò nell'esplorazione dell'isola: qualcosa gli diceva che la principessa Midori si trovava là.
L'isola era praticamente deserta, mentre Toshio camminava lungo gli stretti sentieri, non si vedeva né sentiva niente: davanti a lui, solo una fitta foresta di palme. Ma ecco che, in fondo al sentiero, in cima ad una piccola collina, si poteva ben notare uno splendido palazzo.
Toshio, senza pensarci due volte, si precipitò davanti al palazzo e, visto che il portone era aperto, entrò.
Sapeva molto bene che non era carino entrare senza il permesso di qualcuno, ma d'altronde, fuori cominciava a fare freddo e buio, e con sé non aveva niente da mangiare.
Appena entrato si trovò in un immenso salone, in ogni lato vi era una porta. Il gioco si faceva sempre più difficile, sembrava di essere in una specie di labirinto. Bisognava indovinare qual era la porta giusta.
Le prime due portavano ad un lunghissimo corridoio, talmente lungo che non si riusciva a vederne la fine, nella terza invece, c'erano le scale che, probabilmente, portavano ai sotterranei.
Scese le scale e si trovò a percorrere cuniculi stretti e bui, con ai lati tante piccole porte: erano le celle che un tempo ospitavano i prigionieri.
Toshio fu colto da un altro presentimento: la principessa Midori si trovava in una di quelle celle.
Cominciò a chiamarla ad alta voce:
-Midori, principessa Midori!-
In lontananza si sentì un debole:
-Sono qui!-
La perseveranza di Toshio aveva vinto. Riuscì a liberare Midori, ora però si trattava di trovare il modo di scappare dal palazzo sfuggendo all'inevitabile ira del tiranno.
Infatti prima di raggiungere l'uscita, furono visti da alcuni servi che diedero l'allarme e cercarono di bloccare la fuga dei due ragazzi, ma Toshio, con il suo Kimono magico, riuscì solo con le sue forze ad avere la meglio sugli inseguitori. Allora il tiranno si lanciò di persona per combattere contro Toshio che lo affrontò con un estenuante corpo a corpo che alla fine vide il nemico sopraffatto.
Midori aveva assistito alla scena impietrita, ma, allo stesso tempo, con occhio di ammirazione per il suo giovane salvatore.


SILVIA






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