L'isola di Felicità  


 

Era un giorno triste per la piccola Cuordolce … Piangeva per aver perso Azzurrino il suo principino… Le sue lacrime con il tempo inondarono tutta l’isola Felicità.

Arrivò l’inverno e le sue lacrime diventarono piccoli ghiacci che gelarono il cuore dei suoi simpatici amici orsetto, ranocchio e coniglietto. Si era raggelata anche lei, perdeva intorno piccoli pezzetti di ghiaccio. La cosa più fredda era il suo cuore raffreddato perché Azzurrino se ne era volato via !

Arrivò Natale e orsetto, ranocchio e coniglietto decisero di preparare della legna per un bel focherello.
La principessina iniziò a riscaldarsi e il ghiaccio intorno si disciolse tutto quanto e pure il suo cuore iniziò nuovamente a cantare di gioia!

I suoi amici erano pieni di gioia così per festeggiare chiamarono i fauni della foresta e le piccole follette al servizio della principessina.
Le regalarono un abitino tutto d’oro con dei cristalli che risplendevano di mille colori alla luce delle stelle. Le cornamuse dei fauni rallegrarono la foresta e coniglietto la invitò a ballare, ranocchio le diede un bacio soffice e orsetto l’abbracciò teneramente.

Il piccolo popolo di Felicità era pieno d’arcobaleno nel cuore. Ma la principessina smise di nuovo di sorridere. Così i suoi piccoli amici le chiesero cosa le stesse accadendo.
Lei rispose:
“Piccoli amici, voi avete riempito il mio cuore di gioia, il sole si è riacceso nel gelo delle mie notti, ora le stelle sono più lucenti, il mio cuore sorride e vi ama, ma non c'è Azzurrino. E’ dovuto partire per l'isola del Sole per raccogliere del cibo per il lungo inverno di Felicità. Ma il suo viaggio non è cosa semplice, vi sono parecchi animali feroci là: leoni, tigri, pantere anch’esse affamate che si recano lì ogni anno per approvvigionarsi e che potrebbero assalirlo per accaparrarsi per primi le scorte di cibo. Forse non tornerà o se sarà fortunato e avrà le buone sorti dei Cieli vicino tornerà prima o poi e io potrò riabbracciarlo e festeggiare con lui le nostre prossime nozze !”.

Passarono i giorni, le notti, la luna si fece piena tanto che rischiarava i piccoli laghi di Felicità. Ma nessuno tornava.

La principessina si intristiva sempre più. Così si rivolse al volto di pietra di suo padre, il vecchio Re, morto anni prima, che albeggiava al centro dell'isoletta:

“Caro Sire, è la vostra piccola e devota figliola che vi chiama… ho un sogno nel mio piccolo cuore: che Azzurrino faccia ritorno a Felicità perché qui è lungo l’ inverno e il mio cuore è sempre più affannato senza di lui, le mie notti sono grandi incubi minacciosi che non mi lasciano più vivere il sole e la speranza di quest'isola che Voi avete posato su questo velo blu prima di partire per l’amato Cielo.

Oh, Padre, rivolgo a Voi le mie piccole e umane preghiere, perché Voi oltre ad essere re, padre, foste un dio buono, il dio Egeo che salvò da quel grande terremoto quest’isola e gli diede quest’aspetto magico, colorato e vivo. Possiate guidarlo come una bussola, possiate salvarlo dai malanni delle bestie feroci e io vi prometto che regnerò su quest’ isola con lealtà, amore, amicizia e rispetto per le sue piccole creature!”.

Il caro e vecchio sire non rispose ma una folata di vento si alzò da terra e sradicò grandi radici d’alberi, trasformò i piccoli coniglietti in aquile dalla acuta vista per vegliare su Azzurrino e prese un po’ di speranza dell’isola di Felicità per infonderla nel principe.

Nell’isola del Sole le aquile avvertirono Azzurrino, le radici bloccarono il passaggio alle bestie e la speranza gli diede forza.
Dopo una settimana, dopo aver raccolto cibo a sufficienza riprese i suoi remi. Navigò per tre notti incontro alle tempeste e all’alba del nuovo anno approdò a Felicità.

Quel giorno gli occhi della principessa si riempirono di lacrime sincere e d’amore, si sposarono con tutte le creature dell’isola e regnarono su quella terra nella felicità, speranza e amore con l’occhio vigile e forte del vecchio Sire.


                                                              Margherita C.
(studentessa di scienze dello svil. e dell’ educazione)





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