C’era
una volta un uccellino che se ne andava in giro ammirando le meraviglie
del mondo. Non si preoccupava molto di cosa cercasse ma si divertiva ad
esplorare nuovi luoghi.
L’uccellina gli chiede: dov’è che te ne vai? Perché non segui me ed io ti mostro i miei dintorni.
Perché inviti me a seguirti? Io non so neanche bene chi io sia e tu mi lasci senza parole per la tua bellezza, rispose l’uccellino. Lei si avvicina, gli carezza le piume e dice: vedi, tu sei un Pettirosso e sai bene come volare, io sono una Paradisea e ci possiamo aiutare a vicenda. Io vorrei costruire un nido e tu mi puoi aiutare. Sì è vero che io so volare e sono disposto ad aiutare a costruire un nido. Prendono il volo insieme ma ad un tratto scorgono un falco che volava in alto sopra di loro e la Paradisea disse: io non ho paura dei falchi però devo stare attenta perché a loro piace rubare le mie piume. Il Pettirosso fu svelto ad attirare l’attenzione del falco su di sé, cosicché la Paradisea poté rifugiarsi tra i rami di un albero, e lui dando prova della sua agilità riuscì a sfuggire all’inseguimento del falco che presto se ne andò via. Quando il Pettirosso raggiunse la Paradisea, questa gli disse: vedi quel tronco cavo laggiù? Io alloggio lì e tu vienimi a trovare quando vuoi.
Come
ti dissi, io voglio costruire il nido, mi aiuteresti? chiese un giorno
la Paradisea, ed il Pettirosso non ci pensò su. Volò avanti e indietro
instancabile dove sapeva che poteva trovare i rametti e gli sterpetti e
presto fatto, il nido fu pronto.
Alcuni giorni dopo, il Pettirosso torna a trovare la Paradisea la quale gli dice: Pettirosso, io ti ho mostrato chi tu sia e ti ho mostrato ciò che sei capace di fare, tu sei un Pettirosso ed io sono una Paradisea. E’ ora giunto il momento che tu ti unisca ai tuoi simili e che io aspetti che giunga il mio compagno. Vedendo quanto il Pettirosso si fosse rattristato, la Paradisea aggiunse: mi spiace molto che tu ti senta così ed il Pettirosso le rispose: io mi sento così come tu mi fai sentire.
Il
Pettirosso era sperso e con il cuore infranto divenne così triste che
non voleva più mangiare. Non sapendo dove andare, volò via fino a
ritornare alla casa dei suoi familiari.
Quando
vi giunse era debole e malconcio. Suo fratello ed i suoi genitori lo
accolsero con tanto calore e gli dissero: è appunto vero che tu sei un
Pettirosso, il tuo cuore è gentile, tu sai come volare e presto
imparerai ad esser felice.
Lo
nutrirono e rincuorarono e ogni giorno gli parlavano fino a che il
Pettirosso si rimise in forze, tornò in forma e finalmente capì.
Ciò che ci accade fa parte dell’esperienza la quale giorno dopo giorno ci cambia ed è nostro compito saper cogliere il buono di ogni momento e far sì che quei cambiamenti ci portino ad essere sempre più belli, proprio come la Paradisea.
Roberto Bomprezzi
|